I commercialisti contestano l’Imu, il presidente nazionale Siciliotti ad Avellino:«Tassa senza equità . Per far crescere il Paese bisogna tagliare la spesa pubblica»
Pubblicato in data: 23/5/2012 alle ore:21:53 • Categoria: Attualità • Stampa Articolo«Mi rendo conto che per fare cassa bisognava ricorrere a qualcosa di certo sulla casa. Però è mancata l’equità pur di avere un gettito sicuro. Nell’applicare la norma alcune disuguaglianze emergono e forse possono avere delle conseguenze da non sottovalutare come non c’è nessuna differenza tra chi ha la seconda casa e chi ha la diciassettesima casa mentre forse qualche differenza ce l’ha. Non si è tenuto pi conto di alcune situazioni particolari come disabili ed anziani. Perciò quando si chiedono sacrifici bisogna stare attenti anche al criterio dell’equità che non va d’accordo con il criterio della fretta. E poi ci sono degli aspetti ridicoli come la maggiore rateizzazione per cui a settembre si pagherà i 2/3 dell’imposta e non il 50%». A contestare anche da Avellino la nuova Imu è Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, intervenuto ieri pomeriggio ad un convegno promosso dall’ordine provinciale, guidato da Maria Gabriella Cogliani, sul tema della «Riforma delle Professioni e Tutela della Categoria». Per Siciliotti l’Italia ha bisogno di crescere «e questo lo si fa solo tagliando la spesa pubblica che è cresciuta in maniera abnorme anche nel periodo di lacrime e sangue. Se il paese Italia non avanza, o meglio retrocede, il paese non si può limitare a non avanzare ma bisogna dimagrire anche lo stato altrimenti moriamo soffocati di tasse». Sull’ondata di suicidi di molti imprenditori in difficoltà invece per Siciliotti si tratta «di suicidi per crediti non riscossi, più che per debiti, che impedisce di onorare i propri debiti. E molto spesso il debitore è lo Stato che non paga che per non fare debito e così soffoca l’economia».
Sul tema della tutela delle professioni invece il presidente nazionale conclude: «Di riforma se ne perla da oltre 15 anni senza aver risolto un bel nulla. tutti i passi in avanti sono stati spesso fatti in direzione sbagliata e su modelli di riforma non garantiscono la qualità ».
A seguire gli interventi di Achille Coppola, presidente dell’Odcec di Napoli e di Giampiero Guarnerio dell’Odcec di Milano che sull’evasione fiscale puntualizza: «La società sembra chiederci di dover lavorare per combattere l’evasione fiscale e quindi per fare gli interessi dello Stato. Mi chiedo ad un avvocato penalista gli è stato mai chiesto di fare la lotta alla criminalità ? Perché il ruolo del commercialista viene visto come consigliere dell’evasore mentre il ruolo del penalista non viene visto come consigliere del ladro o camorrista? C’è questa distorsione purtroppo nella società . Gli accertamenti sui redditi dell’Agenzia delle Entrate il più delle volte sono sbagliati, come dimostrano le statistiche sui contenzioni dove perde il 48% delle liti di merito. In questo circolo vizioso la vittima è il contribuente onesto che spesso viene spinto all’esasperazione».
In apertura dei lavori i saluti di Maria Gabriella Cogliani, presidente dell’Odcec di Avellino per la quale: «Siamo molto soddisfatti della presenza del presidente nazionale Siciliotti, per la prima volta ad Avellino, ad un convegno su un tema molto importante ed attuale per il futuro della nostra categoria».