Confindustria Avellino, confronto su crisi e opportunità di sviluppo con il presidente nazionale Squinzi ed il governatore Caldoro. “L’industria unica locomotiva per la ripresa in Italia”
Pubblicato in data: 1/10/2013 alle ore:19:54 • Categoria: Attualità • Stampa Articolo“La crisi è amplificata da un quadro drammatico in Irpinia come in Italia“. A parlare è il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto questa mattina presso la sede di Confindustria Avellino all’Assemblea Generale promossa dal presidente di Confindustria Avellino, Sabino Basso, con il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro.
Nell’Assemblea Basso ha relazionato sul suo primo anno di attività da Presidente di Confindustria di Avellino sostenendo come ci sia un “duro lavoro da svolgere non riducibile a singole decisioni ma a percorsi che non tollerano smarrimenti, interruzioni o rallentamenti. L’obiettivo – spiega – è nel porre al centro delle politiche governative l’economia reale, l’impresa, l’occupazione e l’innovazione, fondamentali per la crescita dell’Italia e del Mezzogiorno”. Una relazione molto attenta al territorio irpino e alle vertenze in atto per puntare al rilancio del settore manifatturiero, le fabbriche, definite “motore pulsante di formidabile progresso”.
“Ci sono scenari in continua evoluzione che dobbiamo saper cogliere – continua Basso -. Il Mezzogiorno deve produrre uno sforzo straordinario,deve rapidamente inserirsi in queste dinamiche. C’è la necessità di recuperare una programmazione a medio termine che apra gli orizzonti della crescita. Abbiamo un obiettivo prioritario volto al recupero della competitività del sistema produttivo regionale, ne vale anche la tenuta del nostro articolato e labile sistema sociale. Nel contempo, la spesa dei fondi europei, ancora oggi, è insufficiente. Non sottovaluto i passi in avanti compiuti – puntualizza – ma bisogna fare di più, qualificando la spesa e perseverandola dalle tante inefficienze, causa prima del suo sforamento”.
Nell’intervento del presidente Basso non sono mancati riferimenti al programma europeo 2014/2020 che dovrà consentire al “ritorno di Campania Felix all’originario splendore”, all’Expo di Milano 2015 “grande vetrina al fine di far conoscere tutto il nostro territorio e le nostre produzioni” alle piccole e medie imprese presenti sul territorio che si sono ritrovate a chiudere, alla questione Irisbus “Siamo per la reindustrializzazione del sito – sottolinea il presidente di Confindustria Avellino- e diamo sostegno ad ipotesi fattibili. La richiesta dei lavoratori di rifinanziare il fondo nazionale per la sostituzione dei mezzi di trasporto pubblico locale, ha fondamento, è condizione per riavviare l’azienda alla sua missione originaria” e sull’Isochimica: “E’ inconcepibile che non rientri nei siti nazionali da bonificare e ai lavoratori sia negato il riconoscimento del danno subito” fino alle questioni emblematiche da risolvere nell’immediatezza come la viabilità della Città Ospedaliera e i lavori di costruzione del Centro Autismo di Valle. “L’Irpinia – conclude Basso -possiede potenzialità che devono essere sfruttate al meglio. Godiamo di un contesto naturale a tratti unico. Abbiamo la vitale esigenza di lasciare alle future generazioni già tanto penalizzate, almeno le condizioni per il loro proficuo e diretto attivismo. Crediamo nel futuro dei nostri piccoli comuni, dobbiamo fermarne lo spopolamento. Rappresentanza, servizi, senso di comunità in cammino: è questa Confindustria Avellino”.
Relazione molto apprezzata da Caldoro e Squinzi che sono intervenuti in merito parlando di investimenti e fondi da far arrivare sul territorio campano.
“Il nostro obiettivo -spiega il presidente della Regione Campania, StefanoCaldoro, durante il suo intervento – è di razionalizzare la spesa, far funzionare meglio lo stato, governare le funzioni di aree metropolitane ed interne. L’Italia deve andare verso un governo delle funzioni”. E lo fa parlando di acqua, sanità, misure anticrisi ed infrastrutture. “L’Acqua non è di qualcuno ma di tutti. La comunità deve poter dire l’acqua la gestiamo noi per tutelare il benessere di tutti. Non possiamo prendere acqua dal Lazio perché non ce la facciamo e poi diamo la nostra acqua alla Puglia o Aquila. E’ un bene pubblico collettivo che deve essere gestito con intelligenza valorizzando chi sul territorio c’è e sa come si gestisce. Questo è un salto di qualità da fare”. “Se mettiamo a posto i numeri come abbiamo fatto con la Sanità – evidenzia – vediamo come i conti tornino in ordine. Abbiamo potuto sbloccare il turn-over rispetto alle altre Regioni conquistando 600 nuovi posti di lavoro per medici e infermieri. E’ ancora poco ma non avremmo avuto questo se non avessimo messo a posto i conti. Alla Sanità si può chiedere più efficienza ma è difficile chiedere la sanità come quella di un tempo”. E ancora: “Dobbiamo evitare il dramma mantenendo buona economia e buona politica. In questo quadro abbiamo pensato a fare economia guardando le sofferenze a misure anti crisi approvandole insieme a tutti gli attori del tavolo di partenariato, solo se veramente convinti, perché solo insieme si possono ottenere le migliori performance consentendo alla Regione Campania di riacquisire credibilità sul territorio nazionale ed internazionale. Abbiamo dato un segnale forte al di là dei problemi. Il segnale che abbiamo dato interessa la banda larga che consentirà il superamento del digital divide con copertura totale; l’investimento di 150 milioni di euro sulle imprese su misure di garanzia di tutto il sistema del credito; 600 milioni di euro da investire sulle aree interne interventi specifici su di esse recupero risorse notevolissimo rispetto altri anni; il progetto Più Europa, Avellino ha il suo programma che abbiamo potenziato”. E sulle infrastrutture conclude: “Siamo riusciti a riportare grande investimento sulla Napoli-Bari che ci permetterà di valorizzare il territorio. E prendo un impegno in merito all’utilizzo delle risorse 2014/2020: farò in modo che ritornerà la parola aree interne programmazione specifica non alla vecchia maniera ma con programmazione efficace e difenderla perché se non investiamo nelle aree interne le aree metropolitane non hanno nulla da dare se non hanno capacità di dialogo e osmosi”.
Poi l’intervento atteso del presidente nazionale. “La lunga notte della crisi non è passata e le prospettive per il Mezzogiorno non soddisfano le nostre aspettative ma un segnale di speranza c’è, anche se questa situazione di instabilità potrebbe annullare questo segnale di ottimismo – esclama il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – L’Irpinia è una terra devastata come d’altronde tutta l’Italia. Bisogna mettere mano ai problemi dell’economia reale. È necessaria una crescita sostenuta di almeno di 2-3 punti percentuali del nostro Pil per ricreare posti di lavoro. La ricetta per ottenere questi risultati è sintetizzabile in 7 punti: rilancio di investimenti; necessità di liquidità; riduzione del cuneo fiscale e costo del lavoro al fine di consentire la produttività nel nostro paese; sostegno al credito, esigenza vitale per le piccole medie imprese; riqualificare la spesa pubblica; usare presto e bene i fondi strutturali e procedere ad nuova fase di riprogrammazione al cui centro ci sia l’impresa. L’industria – conclude Squinzi – è l’unica scommessa per il nostro futuro la sfida sta nel darci obiettivi e puntare al miglioramento delle sinergie guardando esempi virtuosi che consentono il rilancio di un nuovo piano di politica industriale. Abbiamo poco tempo, la partita per la ripresa deve essere giocata ora affrontando subito problemi di lungo termine con riforme strutturali ambiziose”.
di Ottavio Picardi