Chiusura funicolare Montevergine, la Cgil accusa la Provincia
Pubblicato in data: 3/1/2014 alle ore:10:58 • Categoria: Attualità • Stampa Articolo“Il 2014 celebra la morte della Funicolare di Montevergine grazie al piano ACAM presentato lo scorso mese di settembre e supinamente accettato dalla provincia e dalla classe politica irpina a tutti i livelli. Dopo la chiusura dell’impianto di Montevergine sarà la volta di quello del Laceno. Con questi ulteriori dismissioni si decreta un altro durissimo colpo al sistema dei trasporti pubblici in Provincia di Avellino”. E’ il commento della FILT CGIL di Avellino e Benevento. “Il taglio alle risorse decretato dal Piano ACAM era stato immediatamente contestato ed osteggiato dalla CGIL di Avellino e dalla FILT CGIL AV-BN, che avevano richiesto un incontro urgente con la Provincia di Avellino, al fine di scongiurare l’interruzione di servizi strategici e per giunta altamente specifici al servizio del turismo, come appunto i due impianti di risalita – dichiara la FILT CGIL – incontro che nessuno all’ente Provincia ha mai inteso accordare, confermando l’incapacità nella gestione del comparto dei trasporti pubblici. Di ciò è sintomatica anche la mancata presentazione del piano triennale del trasporto pubblico, diversamente da quanto già fatto dalle altre province campane.
Con le definizioni del nuovo piano, che puntualmente si stanno attuando, il servizio verrà ridotto all’osso, con grave danno per le fasce deboli, con aggravio dei costi per pendolari e viaggiatori, soprattutto studenti ed anziani, senza considerare le esternalità derivanti dall’aumento dell’impatto ambientale sul territorio. A ciò si aggiunge la sicura contrazione di posti di lavoro, che suona come un’ulteriore beffa, considerando che il servizio residuale di trasporto pubblico in provincia di Avellino è stato garantito dal grande sacrificio dei lavoratori del settore.
Mentre la Provincia non ha inteso ascoltare le soluzioni che la CGIL e la FILT CGIL hanno più volte avanzato per scongiurare i tagli programmati, i rappresentanti politici ed istituzionali – continua la FILT CGIL – a tutti i livelli hanno ignorato il problema, compresi gli amministratori dei comuni interessati dalla dismissione di servizi importanti e essenziali. Il risultato – conclude la FILT – si traduce nella negazione del diritto alla mobilità per i cittadini irpini ed un ulteriore arretramento delle condizioni e della qualità della vita”.