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Sabato 4 luglio nell’auditorium della Biblioteca di Montevergine sarà presentato il libro del professor Oscar Luca D’Amore

Pubblicato in data: 30/6/2014 alle ore:23:02 • Categoria: CulturaStampa Articolo

Ingresso Biblioteca Statale di MontevergineSabato 4 luglio, ore 18:00, nella Sala auditorium della Biblioteca Statale di Montevergine sarà presentato il libro del professor Oscar Luca D’Amore “al di qua del Pacifico” edizioni il Papavero. L
a serata, moderata da Bianca Corcione, vedrà gli interventi di Padre Andrea Cardin, direttore della biblioteca, dell’editore Donatella De Bartolomeis, del dottor Alessandro Gioia e Giovanni De Feo dell’Università di Salerno. A chiudere i lavori l’autore che ci raggiungerà da San Francisco (California) dove attualmente vive. Un piccolo gioiello editoriale. Pagina dopo pagina, durante le passeggiate intorno alla Bay Area of San Francisco (California), l’infanzia si ripresenta agli occhi dell’autore che fa parlare luoghi, strade, volti, amori, promesse e mancanze. Pagine brevi e intense ricche di ricordi di eventi che hanno segnato per sempre la storia politica e topografica dell’Irpinia, come il terremoto del 1980. Pagine intime, accorate, fors’anche nostalgiche; anzi, malinconiche al limite di una commozione che diventa una ferita sanguinante, e non per ciò ch’egli ha lasciato, bensì per quello che non fu. E’ come se il Pacifico nella sua immensità avesse donato all’autore quel tempo lento e necessario perché le pieghe dei ricordi potessero raccontare l’amarezza e la dolcezza della Valle del Sabato e, in particolare, di Serino, i cui monti lo hanno “portato in braccio”; cosi come di San Michele di Serino, dove ha trascorso attivamente molti anni della sua giovinezza; e non manca all’appello Santa Lucia di Serino, dove ha abitato per diversi anni respirandone il tessuto sociale. Certo, nel suo cuore ancora pulsa Ferrari di Serino, quel grappolo di case raccolto nel pugno di una mano e i cui ricordi ancora oggi lo commuovono come una bambino. Ne racconta la religiosità, la tristezza ma anche l’orgoglio di quella adolescenza condivisa con i compagni di sempre, quelli che insieme a lui avevano creduto in qualcosa, in quel qualcosa che l’avvento post-terremoto della politica ha annientato, quel veleno che s’insinuò in ogni angolo del Paese rendendolo così quello che ne è rimasto: un potenziale tenore con le corde vocali rotte. Rotte per sempre. Ma nelle pagine di Oscar Luca D’Amore c’è anche altro: un incontro. Un incontro che nel corso della sua formazione filosofica cambiò per sempre il suo modo d’essere, di pensare, di percepire tutto quello che costituisce il cammino di un’esistenza. A questo incontro, rappresentato da una persona esistente, egli dedica la seconda parte delle sue pagine dove racconta della sua decostruzione libresca acquisita nel corso degli anni per giungere a una rinascita, a un pensiero fresco e vivido, diremmo a una sacralità del pensiero. Allora questa seconda parte è al tempo stesso una confessione ma anche un ringraziamento a chi, involontariamente e con la sua nuda testimonianza, gli ha concesso di conoscere quella familiarità al pensare antiaccademico che, per l’autore, oggi, è l’unico sale con cui condisce l’intimità dei suoi pensieri.

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