Una giuria di pregio per il premio “Radici Poetiche” dedicato a Massimo Troisi all’Abbazia del Loreto
Pubblicato in data: 3/8/2014 alle ore:08:58 • Categoria: Cultura • Stampa ArticoloTutto pronto per la serata di premiazione della terza edizione del premio di poesia dialettale “Radici poetiche” indetto dalla casa editrice il Papavero, dedicato a Massimo Troisi, che si terrà il 23 agosto a Mercogliano, presso l’abbazia del Loreto. “Ci piace fare le cose bene – dichiara l’editore donatella de bartolomeis – e affidarci a persone altamente qualificate. Trasparenza, onestà e qualità è ciò che ci caratterizza.”
La giuria, presieduta dal prof. Aniello Russo docente di Latino e Greco nei Licei classici, in pensione; riconosciuto dall’Università degli studi di Salerno Cultore della materia (cattedra di Letteratura latina, letteratura per l’infanzia e l’adolescenza), autore di diversi testi di narrativa popolare, linguistica, musica etnica e antropologia, vede nomi noti nel settore dell’arte e della cultura, quali il prof. Ferdinando Rogata, che ha all’attivo testi di poesia, Gianni Mauro, leader dei Pandemonium, autore di testi di canzoni per Gabriella Ferri, Gigi Proietti e molti altri e Corrado Taranto, figlio di Carlo e nipote di Nino, impegnato nel teatro classico napoletano. “Buono il livello poetico delle numerose liriche pervenute da varie regioni: dalla Campania alla Lucania, alla Puglia, alla Romagna, alla Sardegna. – dichiara il prof. Russo – Il complesso delle tematiche affrontate dai nostri poeti può essere organizzato attorno ad alcuni nuclei essenziali: la natura, il paese, l’amore, l’emigrazione, la solitudine della vecchiaia, la morte… La strada più battuta è quella della memoria e della satira (oggetti della satira in verità si rivelano bersagli di un sorriso bonario e quasi assolutorio). La poesia dialettale dunque non si pasce solo di nostalgia; l’animo del poeta oscilla più spesso tra due momenti storici, l’ieri e l’oggi, due dimensioni drammaticamente in contrasto… Il linguaggio del poeta non è una lingua generica e impersonale, ma la lingua materna, la parlata della propria comunità, perché questo è il suo centro di ispirazione; abbiamo apprezzato in alcuni poeti una ricerca dell’uso dello strumento linguistico tra i non pochi registri possibili; ed è questa, a parer mio, la strada da percorrere: in queste liriche le parole perdono il loro peso e si avvicinano allo stato di simbolo.”
Un premio, questo del Papavero, che cresce di qualità di anno in anno e si sta imponendo sull’intero territorio nazionale e anche per il 2014, per volontà della madrina del concorso Rosaria Troisi, la casa editrice devolverà, grazie a quanti ci hanno creduto, un’offerta a un’associazione di volontariato scelta dalla stessa Troisi che ci confida, con il cuore di una madre, più che di una sorella, “E’ quello che avrebbe voluto anche Massimo.”