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XXIV Rapporto Immigrazione, l’appello di Perego: “Risorsa da valorizzare per il nostro sviluppo”

Pubblicato in data: 16/1/2016 alle ore:08:40 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

IMG_6678   Migranti come risorsa di sviluppo. E’ questo lo spirito con cui la Caritas Diocesana ha presentato, ieri mattina presso il centro sociale Campanello di Mercogliano, il XXIV Rapporto Immigrazione «Migranti, attori di sviluppo». Con dati alla mano il direttore della Fondazione «Migrantes» Monsignor Giancarlo Perego ha illustrato il valore aggiunto e le potenzialità che tali presenze hanno per il nostro Paese. «L’immigrazione è una risorsa ma, spesso, tale parola si collega solo alla criminalità mentre – afferma Monsignor Perego – non viene detto che tra i migranti l’illegalità è in calo del 30% e che la loro presenza ha permesso di salvare scuole, manodopera e pagare le nostre pensioni perché manca un corretto percorso di inclusione che consenta di leggere tale realtà come una ricchezza». Evidenziato, infatti, il +14% delle imprese degli immigrati a fronte della diminuzione di quelle italiane, con l’8,8% del Pil, pari a 123 miliardi di euro, prodotto del lavoro degli immigrati con 9 milioni di contributi previdenziali che consentono di pagare 625mila pensioni: «Tutto questo è sviluppo che neghiamo quotidianamente – prosegue – invece di coniugare in politiche reali le parole rispetto, accoglienza, inclusione e integrazione. Di cosa abbiamo paura? Dov’è la democrazia?». In Campania sono 8mila gli accolti di cui 1086 in 5 dei 118 comuni irpini: «Se ogni Comune accogliesse 10 migranti non si parlerebbe più di emergenza – aggiunge –  ma si ha paura di perdere voti e non si pensa alla protezione internazionale come a una risorsa. Deve nascere un servizio sociale fatto di assistenza tra scuole, imprese, associazioni e diocesi per costruire un futuro migliore per noi e per l’Europa».
L’obiettivo, dunque, è quello di pensare ad una diversa gestione dell’accoglienza come auspica il delegato Regionale Caritas, Carlo Mele: «E’ importante evidenziare i cambiamenti sul territorio per la nostra comunità e realizzare interventi sociali che portino ad un’effettiva integrazione». La Diocesi partirà a breve con il progetto «Rifugiato a casa mia»: «Non chiediamo alcun compenso alle Istituzioni per un’accoglienza che viene fatta nelle famiglie o nelle Case Canoniche, purtroppo sono ancora pochi i comuni irpini impegnati in questo senso e che non comprendono l’apporto degli immigrati, come quello dato al sistema pensionistico». Un appello ribadito anche dal Prefetto Carlo Sessa che ha elogiato le iniziative poste in essere dai Comuni di Mercogliano e Monteforte Irpino, dove il 31 gennaio si terrà il «Meeting dell’Immigrato»:  «Esempi da esportare in tutta la provincia ma, purtroppo, riscontriamo forti remore da parte dei Comuni che, insieme ai sindacati, abbiamo cercato di coinvolgere per cui invoco maggiore responsabilità da parte dei sindaci». Ad aprire l’incontro, il primo cittadino Massimiliano Carullo: «Insieme a Monteforte Irpino siamo il comune con più immigrati e da tre anni in questa struttura, e presso la scuola media, portiamo avanti iniziative a loro favore con l’agenzia di mediazione regionale Yalla. Siamo una città solidale grazie alla capacità di integrazione della cittadinanza ma le risorse sono poche e non so fino a quando potremo resistere».  A seguire il Vescovo di Avellino Monsignor Francesco Marino: «Dobbiamo fare di più e meglio per incrementare la cultura dell’accoglienza, dell’integrazione, del lavoro e dell’impegno comune, basta fomentare odio, il sentire comune è altro». Presenti anche gli assessori del Comune di Avellino Teresa Mele e Marco Cillo, i sindacati con Melchionna della Cisl, Petruzziello e Famiglietti della Cgil, le forze dell’ordine e una folta delegazione di migranti.

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