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Il sindaco Criscitiello racconta la sua vita per la politica: “Deluso dai grandi ma premiato dai cittadini”. FOTO

Pubblicato in data: 21/2/2016 alle ore:09:00 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

criscitiello (3)«Ho scritto queste pagine per parlare dei due amori della mia vita: la mia famiglia e Mercogliano. Deluso dai grandi politici irpini ma premiato dai cittadini mi auguro che la città possa tornare a brillare più che in passato», a parlare, senza trattenere l’emozione, è Sandro Criscitiello, sindaco di Mercogliano dal 1978 al 2000, al netto di quattro anni passati alla presidenza dell’Iacp, e consigliere d’opposizione fino al 2005. Nel suo libro «Una vita per la politica. Mercogliano, per 30 anni un amore in comune», presentato ieri  in un gremito Salone degli Arazzi dell’Abbazia di Loreto, racconta la storia di Mercogliano ripercorrendo le tappe ma anche i retroscena dei suoi 27 anni trascorsi a Palazzo di Città prima nel ruolo di sindaco e poi, negli ultimi anni, come consigliere di opposizione. Un periodo storico attraversato da fatti sconvolgenti quali il terremoto del 1980 e Tangentopoli, passando per avvenimenti che hanno inesorabilmente cambiato il volto politico, amministrativo, urbanistico e sociale di Mercogliano. «Era forte il peso che gravava sulle mie spalle, avrò commesso errori ma sempre tutti in buona fede credendo che quella presa fosse la decisione più giusta per amore della città per la quale spesso ho sacrificato anche la mia famiglia – afferma -. Sono emozionato nel vedere tanti di voi qui mescolati ai ricordi, da Mario Bianchino, al Prefetto Carmelo Caruso, al sindaco di Atripalda Gerardo Capaldo, a don Giuseppe Iasso, ad amministratori e dipendenti comunali».
«Quando si scrive un libro non è facile decidere a chi dedicarlo, io non ho avuto dubbi e l’ho dedicato a due fratelli Francesco Di Nardo e Amerigo Iasso che hanno condiviso con me 14 anni di amministrazione, miei fedeli amici soprattutto nel difficile periodo delle mozioni di sfiducia», afferma nel conferire le dediche ai figli di Iasso, Anita, Carmen, Antonella e Antonio e di Di Nardo, Maria Pia e Gianni.

A prendere subito  la parola il sindaco di Montoro Bianchino, segretario generale per sei anni durante i mandati di Criscitiello: «E’ un’occasione importante ed emozionante per incontrare gli amici di sei anni di lavoro a Mercogliano. A chi mi chiede chi è Sandro Criscitiello dico che ho conosciuto una persona impegnata, determinata, tenace, volitivo, a volte irascibile e nervosa in alcuni momenti perché presa dalle situazioni che lo coinvolgono. Ho conosciuto diverse generazioni di amministratori, Sandro appartiene a una generazione a cavallo tra due mondi: Mercogliano all’epoca era la parte antica di oggi con tremila abitanti ma il Comune ha ricevuto riconoscimenti dal Ministero dell’Interno prima del passaggio a diecimila abitanti sulla base di parametri oggettivi e inconfutabili di meriti e titoli». Dunque il sindaco di Montoro sottolinea come l’azione amministrativa di Criscitiello abbia saputo evolversi dominando il cambiamento e «proiettando Mercogliano in una dimensione più ampia, questa era la fase difficile portata avanti con grande impegno da vero protagonista attraverso un lavoro intenso fatto di opere pubbliche la cui realizzazione scandiva il passare del tempo. Stima e ricordi mi legano a Sandro e questo libro non è un segno del suo operato poiché quanto fatto permane nei ricordi e nella stima di ognuno di noi, senza memoria non si può immaginare futuro».

Gli anni di amministrazione targati Criscitiello rappresentano, infatti, un periodo cruciale di transizione anche del sistema elettorale, dal proporzionale al maggioritario, in cui si è saputo confrontare al meglio con l’elezione diretta del sindaco: «Con mio padre sindaco democristiano, sono nato democristiano e morirò democristiano. Ho sempre espresso le mie idee, ricordo quando venne in città l’onorevole Fiorentino Sullo a cui dissi in faccia che avrei votato Ciriaco De Mita – afferma l’ex sindaco -. De Mita, Mancino e Gargani sono stati i miei punti di riferimento ma anche una grande delusione, occorre ritirarsi a vita privata quando l’esperienza politica e amministrativa è finita. Parlo di delusione ricordando il 1996, quando decidemmo di ricandidarci al Comune di Mercogliano, in quell’occasione De Mita mi chiamò a Nusco dicendomi che non avevo speranze e di portare i miei pochi voti alla candidata dei Verdi Di Benedetto, un colpo al cuore per me, un punto di rottura: mi giocai i miei pochi voti e risultai vincitore mentre Di Benedetto fu quarta». «Anche i grandi politici possono sbagliare, il loro comportamento fu un segno di ingratitudine nei miei confronti miei e in quelli dei miei amici. Non ho creduto più nella politica ma nelle amministrazioni, perché essere sindaco significa stare a contatto con le persone, considerare uguali i cittadini uguali, trattarli allo stesso modo, stare in mezzo alla gente come fu per il terremoto quando abbiamo avuto riconoscimenti dal Presidente della Repubblica per quanto fatto insieme ai giovani e alla Chiesa. Ricordi indelebili». Ma il pensiero va anche ai lati bui dell’azione amministrativa offuscata da continue denunce: «L’accusa più infamante per un amministratore aver preso tangenti per concessioni edilizie ma alla fine siamo stati tutti assolti perché il fatto non sussisteva, ma è stato grave sentire quelle parole. Nessuno a Mercogliano, in Provincia o in Regione può dire di aver offerto una tazza di caffè a Sandro Criscitiello. Gli amministratori passano, ma Mercogliano esiste ancora e mi auguro che possa tornare ad essere migliore di una volta, vogliamo il bene di questa città».

Poi l’intervento di Maria Pia Di Nardo, figlia di Francesco e responsabile Castellarte: «ringrazio Sandro per il rapporto avuto con mio padre che è durato tutta una vita. Era il 1978, prima del rapimento e uccisione di Aldo Moro, quando a casa di mio nonno ho assistito alle fasi di preparazione dell’elezione di Sandro Criscitiello, era il periodo in cui Mercogliano cresceva, eravamo quasi a 5mila abitanti e la politica allora aveva un valore molto alto». Due i rammarichi per l’ex sindaco ripensando alla sua esperienza amministrativa in riferimento a due opere pubbliche mai realizzate: «gli impianti sportivi e l’anfiteatro di Capocastello, un peccato vedere in che stato sono ridotte per questo mi rivolgo al sindaco Carullo, con l’augurio che passa lavorare come sta facendo, e possano essere riconsiderate come meritano».

Il sindaco Carullo sottolinea come «La presenza di ognuno di voi, classe dirigente del passato e attuale, è un riconoscimento importante per l’uomo e per la famiglia. Il professore Criscitiello ha gestito il dopo terremoto con onestà, correttezza e dignità. Sul centro sportivo è terminato contenzioso dopo 16 anni ma ci sono altre opere che stanno per essere inaugurate come la scuola di via Matteotti e la villa comunale nei pressi delle case popolare nonché la Funicolare che sta per tornare in funzione grazie a De Luca. Il ruolo del sindaco Criscitiello è stato riconosciuto dal popolo, ed è questa l’ambizione più grande per un sindaco per cui abbiamo conferito la cittadinanza onoraria al figlio Michele per rispetto al padre, testimonianza di valori non comunicati ma praticati». Un ruolo di primo piano svolto non solo dallo scranno di primo cittadino ma anche tra i banchi dell’opposizione: «La vera dimostrazione di amore per la città è stare all’opposizione con il dovere di vigilare  – dice Criscitiello sconfitto all’epoca per soli 48 voti -. Io una volta alla settimana studiavo delibere e determine per proporre proposte concrete e alternative poiché l’obiettivo era rendere Mercogliano sempre più bella. Non ho fatto niente di eccezionale, il regalo più bello è la presenza di tutti voi qui, da amministratori ai dipendenti comunali, agli avvocati».
Proprio l’aspetto legale ne ha caratterizzato l’operato: «Pochi sindaci hanno raccolto tante denunce quanto me – afferma Criscitiello ringraziando quelli che definisce “angeli custodi”, gli avvocati Villani e Matarazzo -, poiché non mi potevano scalzare con il voto. Non si possono offendere persone, io non facevo sconti a nessuno. Ho fatto il sindaco “cornuto e mazziato” tutti risarciti delle cause tranne noi». Infine alla domanda immancabile rispetto ad un’ipotesi futura di ricandidarsi Criscitiello risponde: «Solo un pazzo potrebbe farlo oggi, rifarei tutto con onore e passione solo se tornassimo indietro al 1978 – conclude rivolto al primo cittadino di Avellino -. Oggi solo un pazzo lo rifarebbe e tu, Paolo Foti, sei un pazzo scatenato, la dedizione va bene ma a volte è bene stare a casa è fare un altro mestiere».
Un saluto anche da parte del presidente del Tribunale di Avellino Michele Rescigno: «Sono amico di Sandro da oltre 50 anni, la folta presenza qui testimonia l’affetto nei suoi confronti, uomo grande organizzatore, alla moglie e ai figli dico che hanno un grandissimo padre, alla città che ha avuto un grandissimo sindaco e a me stesso che ho un grandissimo amico». In apertura il saluto dell’Abate Padre Riccardo Guariglia: «Quando si parla di Mercogliano non si può non parlare di Montevergine, più che un sindaco, Sandro Criscitiello può essere definito un uomo a servizio della propria comunità. Quando sono arrivato per la prima volta a Montevergine avevo 13 anni e ricordo il dottor Criscitiello che veniva a parlare con l’allora Abate Gubitosa, fa onore vedere un sindaco avere questo contatto quasi familiare con la famiglia monastica, un grande servitore che con amore e passione ha onorato la propria collettività. Un libro per discernere la storia e capire quella di oggi».

Tanti gli amministratori presenti in prima fila dal sindaco di Montoro Mario Bianchino, segretario generale del Comune di Mercogliano all’epoca Criscitiello, ai primi cittadini Poalo Foti di Avellino, Paolo Spagnuolo di Atripalda, Antonio Saggese di Summonte, Pasquale Giuditta di Ospedaletto d’Alpinolo nonché il sindaco Massimiliano Carullo. Nel Salone degli Arazzi del Loreto anche il presidente del Tribunale di Avellino Michele Rescigno, gli avvocati Alberico Villani e Matarazzo, gli ex sindaci Giuseppe Galasso, Tommaso Saccardo, Gerardo Capaldo e la famiglia di Sandro Criscitiello con la moglie Paola e figli Michele e Carmen, Valerio Pisaniello e Don Giuseppe Iasso, esponenti della Misericordia e della Pro Loco cittadina con il presidente Vittorio D’Alessio. A moderare l’incontro il giornalista Rino Genovese, autore della prefazione del libro.

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