Le Abbazie di Loreto e Montevergine da riscoprire per le Giornate Fai di Primavera
Pubblicato in data: 19/3/2016 alle ore:10:00 • Categoria: Attualità • Stampa Articolo Il patrimonio idrico irpino al centro della ventiquattresima edizione de Le Giornate FAI di Primavera. Oggi e domani saranno aperti eccezionalmente al pubblico sette siti, sparsi per la nostra provincia, tutti dalla grande valenza storica, artistica e ambientale con l’obiettivo di offrire ai visitatori la possibilità di scoprire aspetti inediti e luoghi solitamente chiusi e mai raccontati. Il Palazzo Abbaziale di Loreto di Mercogliano, la Basilica Antica e l’annesso Museo di Montevergine, il Castello di Carlo Gesualdo, l’Abbazia Benedettina del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, l’acquedotto di Serino e le sorgenti Acquaro-Pelosi di Serino e le sorgenti Urciuoli della frazione di Villa San Nicola a Cesinali: sono questi i luoghi aperti al pubblico, con un libero contributo, cui si aggiunge, su richiesta del Comune di Avellino presente ieri alla presentazione con l’assessore alla Cultura Teresa Mele, anche il Museo Civico di Villa Amendola recentemente inaugurato e che resterà aperto dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. «Le sorgenti di Serino sono il riferimento del più grande patrimonio idrico del Sud Italia – interviene l’architetto Raffaele Troncone, capo delegazione Fai di Avellino – acque che ogni giorno soddisfano le esigenze potabili di cinque milioni di persone fino alla punta del Salento. La loro importanza strategica è storicamente molto antica, sono le acque che l’Imperatore Augusto utilizzo per soddisfare la flotta nel Tirreno e una delle opere più grandiose, la Piscina Mirabilis, ne era il serbatoio». Di qui la scelta del tema volto a ricostruire un interesse supportato da una puntuale e semplice comunicazione delle informazione: «abbiamo realizzato delle tavole dinamiche sulla base del percorso dell’acquedotto e posizionato dei qr-code, cioè dei codici leggibili da ogni smartphone che permettono così di visualizzare le relative informazioni, un lavoro fatto egregiamente dai nostri volontari e che sarà da aiuto ai giovani ciceroni durante le visite». Un tour supportato a livello didattico anche da un portale, curato dalle volontarie Giuditta e Sparano, che si affianca al lavoro svolto dalle guide turistiche d’eccezione. A fare da accompagnatori sui luoghi scelti saranno, infatti, gli alunni del liceo scientifico «De Caprariis» di Atripalda: «Abbiamo aderito con gioia perché – interviene la preside Maria Berardino – comunichiamo ai nostri studenti il rispetto per l’ambiente, dobbiamo puntare sui giovani per renderli consapevoli delle nostre ricchezze e avere così un futuro migliore».
Dunque, un viaggio nelle acque irpine «soggette ultimamente a troppe aggressioni, dai fitofarmaci, agli idrocarburi e alle trivelle – prosegue Gerardo Troncone, consulente per le ricerche storiche -. Abbiamo voluto collegare la nostra acqua al passato, a quando aveva un ruolo più importante rispetto a quello riservatole oggi». L’acquedotto romano di Avellino è, infatti, il più grande del sud Italia per lunghezza e portata: «La Puglia ha saputo tutelare la sua acqua mentre oggi l’Irpinia sta rischiando molto a causa della classe politica che ci ritroviamo – incalza -. Il patrimonio culturale è vergognosamente abbandonato, il Comune, per far bene, dovrebbe non occuparsene visti i danni già fatti. Piuttosto prenda esempio dall’egregio lavoro svolto dalla Fondazione Carlo Gesualdo dal notaio Pesiri». Un grido di dolore lanciato dalla fondazione nazionale senza scopo di lucro per la tutela e la valorizzazione dell’arte, della natura e del paesaggio italiani fondata da Elena Croce che vuole, attraverso questa due giorni, proprio scoprire l’inedita bellezza di luoghi vicini ma poco noti: «Si tratta di siti normalmente chiusi al pubblico per motivi di sicurezza ma – afferma Francesco Fusco della Abc di Napoli – abbiamo sentito doveroso rispondere alla chiamata del Fai. Non siamo un monumento ma racconteremo e faremo vedere ai visitatori, in termini didattici e ambientali, cosa facciamo con l’acqua». Un tema estremamente attuale data la discussione in corso relativa proprio al sistema idrico: «Un argomento delicato, si dovrà arrivare a una contemperanza delle esigenze dato che l’acqua e il territorio sono irpini – precisa -, è d’obbligo che quanto prima, con la dovuta calma e sensibilità, l’azienda si sieda ad un tavolo per gestire la situazione. E’ questo l’auspicio, ma adesso non è facile prevedere il futuro dato che gli attori coinvolti sono tanti. A Napoli siamo consapevoli che l’acqua è avellinese ma vanno fatti passaggi di carattere istituzionale e politico per risolvere definitivamente la cosa».
FdL