Frana, Poerio e i residenti della zona vicina allo smottamento: “Abbiamo paura, non è il momento di lamentarsi, ma quello di agire”
Pubblicato in data: 24/3/2018 alle ore:11:19 • Categoria: Politica • Stampa Articolo
Cresce la paura tra i residenti della zona all’indomani della frana che mercoledì mattina ha invaso con terreno, pietre e arbusti la provinciale che collega Mercogliano ai paesi della Valle Caudina. «Questo non è il momento di lamentarsi di essere soli ad affrontare l’emergenza ma – afferma la consigliera Maddalena Poerio – è ora di unire le forze e agire subito». La capogruppo de «L’Altra Mercogliano», residente tra l’altro in via Crisci, a ridosso della montagna, si fa, infatti, portavoce dei tanti abitanti della zona intenzionati tutti a firmare una lettera di denuncia indirizzata a tutte le autorità competenti affinché «si provveda a mettere in sicurezza il costone prima che sia troppo tardi, già in passato una frana colpì le palazzine popolari ubicate poco più in basso di altre più recenti abitazioni. Abbiamo paura che alle prossime piogge accada l’irreparabile». La questione fu anche oggetto di delibera di giunta n.36 dello scorso settembre, proposta dalla minoranza e poi approvata all’unanimità, nella quale «si poneva l’attenzione sul pessimo stato in cui versano i boschi dopo i ripetuti incendi dolosi della scorsa estate e sulla necessità di una continua manutenzione di sentieri e mulattiere – spiega Poerio-. Inoltre, la stessa natura rocciosa e friabile del monte Partenio mina la sicurezza delle zone abitate in quanto esposta a fenomeni franosi».
Di qui l’accorato appello rivolto a chi di competenza: «Basta con la politica del rattoppo o agli inutili protocolli d’intesa – conclude – si faccia una programmazione ordinaria con controlli e monitoraggi periodici sul territorio in modo da prevenire pericoli e danni al patrimonio comunale e, soprattutto, per tutelare la sicurezza di cittadini, abitazioni ed esercizi commerciali». Lamentele anche dai commercianti della zona preoccupati per l’avvicinarsi delle belle giornate con il conseguente flusso turistico verso Montevergine che quest’anno rischia di risentirne a causa delle ripercussioni del dissesto idrogeologico registrato: «ci sentiamo abbandonati, si ricordano di noi solo quando dobbiamo pagare le tasse».
La lettera aperta della consigliera Poerio alla cittadinanza:
“Ancora una volta ci troviamo ad affrontare un argomento già abbondantemente sviscerato mesi or sono. Mi riferisco ovviamente ai prevedibili fenomeni verificatesi in questi giorni a Mercogliano. Il primo nei pressi dell’abazia del Loreto dove un pino secolare si è spezzato riversandosi sulla strada prospiciente, evitando per puro caso due auto che si trovavano a transitare. Il secondo, riguardante una frana sulla strada provinciale 374 che collega Mercogliano a Montevergine e alla valle Caudina. Anche qui nessuna vittima per fortuna o per benevolenza di Mamma Schiavona. La delibera di Giunta comunale n.36 approvata il 25 settembre u.s. poneva l’attenzione sul pessimo stato in cui versavano i boschi dopo i ripetuti incendi estivi (di natura dolosa) e sulla continua e necessaria manutenzione di cui necessitano i sentieri e le mulattiere. Inoltre, il massiccio del Partenio è costituito da una massa rocciosa che gli studiosi ritengono particolarmente friabile e di conseguenza esposto a fenomeni franosi che minano ovviamente la sicurezza delle zone abitate. A tal fine era necessaria, anzi indispensabile, la collaborazione con soggetti terzi per attivare un’intensa attività di controllo e monitoraggio sul territorio per prevenire pericoli e danni al patrimonio comunale, nonché per una tutela dei cittadini, delle abitazioni e dei vari esercizi commerciali presenti. Nonostante i vari protocolli d’intesa non mi risulta che siano stati attivati tutti gli interventi necessari. Assistiamo continuamente a una politica di rattoppo, per rispondere, eventualmente, alle varie emergenze, senza una reale pianificazione territoriale ordinaria. Sono stati ad esempio previsti interventi di ripiantumazione e rimboschimento tali da restituire ai monti il loro naturale ecosistema? Di fronte a questi gravi disastri che sono sotto gli occhi di tutti, non si può rispondere invocando una solitudine cui sarebbero stati lasciati i sindaci. Non è certo questo il momento di lamentarsi ma occorre agire e subito. I sindaci sono i rappresentanti massimi del territorio e di conseguenza i responsabili di ciò che accade o non accade. Cosa non ha funzionato e perché? Bisogna rispondere con onestà a questi interrogativi che non sono oziosi o frutto di presunte ostilità pregiudiziali, per evitare di continuare ad assistere a una distruzione che non è solo di un patrimonio di inestinguibile bellezza, ma per evitare, se è ancora possibile, conseguenze ancora più tristi”.