Il rapper Antonio Preziosi pubblica l’album d’esordio “Spirale”: «Rinascere ripartendo dal centro di se stessi»
Pubblicato in data: 27/2/2019 alle ore:12:00 • Categoria: Cultura • Stampa ArticoloRinascere ripartendo dal centro di se stessi, “Spirale” è l’album d’esordio di Antonio Preziosi, in arte “Il Cervello”.
Classe 1991, Antonio è un rapper, screamer e bassista in diverse band punk, metalcore, stoner del panorama underground locale, compositore e giornalista pubblicista, nato e cresciuto ad Avellino ma poi trasferitosi a Roma per studi. «Il Cervello perché le persone non lo usano più, anche nell’arte e nella musica». Nel suo album d’esordio, Spirale, l’artista affronta i propri demoni interiori, i mostri con cui ha lottato per una vita e grazie ai quali ha avuto modo di rinascere. Tematiche quali la solitudine, la paura del futuro, la linea sottile tra la vita e la morte sono parte integrante del processo creativo che ha portato a questo percorso artistico. Antonio attraverso i suoi testi mette a nudo le contraddizioni più profonde della sua psiche, svelando i demoni della sua coscienza. Ma lancia ai giovani un messaggio positivo invitandoli a non arrendersi mai.
La spirale, doppia, appunto come simbolo di rinascita ed elevazione dell’artista attraverso la distruzione e il libero arbitrio. Un percorso che partendo dal dolore si trasformi in energia.
Il videoclip di “Io sono fatto di cera” tra teschi ed esoterismo, è girato dall’atripaldese Michael Giannatiempo, nel borgo fantasma di Apice. «Il testo parla di una persona che dopo un momento cupo della propria vita rinasce. Il disco è una rinascita interiore e vuole essere un massaggio rivolto non solo ai giovani ma a tutti con un invito a lottare e non abbattersi mai. E’ anche una metafora del dolore, di rialzarsi da tutti i problemi della vita». Il messaggio del video clip prende spunto dal discorso del presidente Roosevelt di Robin Williams da “Una notte al museo: “Io sono di cera, Larry, tu di cosa sei fatto?”. «Un invito a uscire fuori, a scoprirsi, a crescere. La canzone racconta la storia di un ragazzo che stanco dei continui e molteplici problemi nella sua vita vuole farla finita».
Tocca così il tema dei suicidi che vede l’Irpinia tra le province con il più alto tasso in Italia.
«Ognuno di noi può essere quel ragazzo, una vittima di bullismo, di abusi fisici o psicologici stanco della condizione in cui è costretto a vivere. Con internet e l’avvento del cyberbullismo, questi ragazzi non hanno pace nemmeno quando sono a casa. Il senso di “Io sono fatto di cera” è continuare a lottare e tutto proseguirà per il meglio. Non arrenderti nonostante tutto e tutti».