Ultrà serbi scatenano il caos a Genova: rinviata Italia-Serbia. Notte di tafferugli
Pubblicato in data: 12/10/2010 alle ore:22:48 • Categoria: Sport, Calcio • Stampa ArticoloGli ultrà serbi scatenano il caos a Genova: rinviata la partita Italia-Serbia.
Il match, valido per le qualificazioni agli Europei e iniziato con 40 minuti di ritardo non si è giocato per le tentate aggressioni dei gruppi di teppisti stranieri contro la propria nazionale fuori e dentro lo stadio “Ferraris“. Petardi, fumogeni e pietre in campo e forti agitazioni sulle gradinate preceduti, nel pomeriggio, da incidenti, disordini e danni ai negozi della città: una partita che, a quanto pare, i tifosi più esagitati, circa trecento su duemila, non avevano intenzione di guardare (foto fermo immagine Rai Sport).
Prima del fischio iniziale, infatti, il capo ultrà con passamontagna e pinza ha iniziato a tagliare la rete di protezione che impedisce di lanciare gli oggetti in campo. 17 arresti e 16 feriti, questo il bilancio delle violenze al Marassi scatenate dalla sconfitta della squadra serba contro l’Estonia. In particolare nel mirino dei teppisti c’era il portiere Stoikovic che ha, addirittura, chiesto di non scendere in campo dopo le aggressioni con i fumogeni al pullman della squadra.
Dopo due tentativi di iniziare la partita arriva lo stop definitivo da parte dell’arbitro, «Italia-Serbia è sospesa. Lo ha deciso l’arbitro perché non ci sono le condizioni di sicurezza per i giocatori».
Le forze dell’ordine hanno fatto uscire i tifosi dallo stadio, ma fuori gli scontri sono continuati anche contro le forze di polizia che, però, sono riuscite a riportare la situazione alla calma. Gli scontri si sono poi spostati fuori lo stadio fino alle 2 di notte.
Nella notte è stato arrestato dalla polizia anche Ivan Bogdanov (foto), 30 anni, capo ultras serbo che ha dato il via agli incidenti nello stadio. L’uomo si trova attualmente in stato di arresto nelle camere di sicurezza della questura. Ivan è stato riconosciuto dai tatuaggi incisi sulle braccia e mostrati in particolar modo quando si è arrampicato sulla rete, ripreso da tutte le telecamere. Sul suo bicipite destro, “Ivan” porta incisa la data “1389” che ricorda la battaglia della Piana dei Merli, battaglia che – nonostante la sconfitta patita dai Serbi per mano dei Turchi – è divenuta il mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo.