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Malore in Chiesa durante il funerale, anziana salvata a Trevico grazie al defibrillatore: la storia dell’infermiera mercoglianese Concetta Garofano

Pubblicato in data: 14/12/2015 alle ore:09:43 • Categoria: CronacaStampa Articolo

concettaUna storia a lieto fine quella di Agnese Palermo, la 70enne residente in una frazione di Trevico colpita da un malore mentre era al funerale del cognato e salva grazie all’intervento provvidenziale di due parenti infermiere e di due giovani in grado di utilizzare il defibrillatore in dotazione al Comune. «E’ un miracolo, la signora Agnese si svegliata dal coma e ha riconosciuto i figli ed, inoltre, ha chiesto perché si trovasse in ospedale questo fa ben sperare, vuol dire che non ha subito danni e si riprenderà», a parlare è la giovane infermiera di Mercogliano nonché parente della signora, Concetta Garofano, che racconta quanto accaduto all’anziana proprio all’inizio della celebrazione funeraria del cognato celebrata nel primo pomeriggio di giovedì nella Cattedrale di Trevico dal parroco Don Michele Cogliani. «Era da pochi minuti iniziata la Santa Messa quando la signora, seduta in terza fila, si è accasciata a terra perdendo i sensi – racconta la ragazza –. Non aveva polso ed era diventata scura in volto, per cui subito abbiamo spostato le sedie per fare spazio e prestare i primi soccorsi insieme a mia sorella Patrizia anche lei infermiera, ma il parroco non ha interrotto la funzione, senza rispetto né per mio zio defunto né per la signora che stava male e per la quale tutti temevamo il peggio. Addirittura dall’altare le ha dato l’estrema unzione e ha poi continuato a celebrare la Messa nonostante la richiesta dei parenti di interrompere». La Messa, dunque, è proseguita nonostante la calca dei parenti intorno all’anziana preoccupati per quanto stava accadendo: «Abbiamo cercato di mantenere la calma e subito abbiamo chiamato l’ambulanza e, per non perdere minuti preziosi, abbiamo cominciato a praticarle il massaggio cardiaco e io stessa la respirazione bocca a bocca». Dopo pochi minuti un giovane della Protezione Civile, Vito Lavanga, ha portato in Chiesa il defibrillatore in dotazione al Comune per cui, insieme ad un altro giovane, Carmine Consalvo, hanno praticato la defibrillazione con cinque scariche elettriche ed utilizzato una bomboletta di ossigeno portatile, recuperata in pochi minuti nella vicina abitazione di un anziano signore che ne era in possesso per problematiche personali: «I due ragazzi avevano svolto il corso di Blsd (ndr. Basic Life Support Defibrillation) e quindi erano in grado di usare l’attrezzatura – prosegue Concetta – mentre io e mia sorella abbiamo continuato a praticare il massaggio cardiaco fino all’arrivo della seconda ambulanza giunta dopo circa mezz’ora». La prima ambulanza, infatti, arrivata dopo pochi minuti da San Nicola Baronia era sprovvista di attrezzatura di bordo e di personale medico: «La signora era in coma quando è stata caricata sulla seconda ambulanza giunta da Vallata con una dottoressa per raggiungere l’ospedale di Ariano Irpino ma – aggiunge – grazie al nostro intervento, mai interrotto per tutto il tempo, aveva ripreso a respirare». Probabilmente alla base del malore della donna, che soffre da diversi anni di problemi cardiaci, il freddo di questi giorni unito alla forte emozione dovuta al dolore per la perdita del cognato: «Certamente un insieme di fattori negativi sono alla base del malore ma – conclude Concetta – rispetto a questi hanno avuto la meglio una serie di circostanze favorevoli come la presenza di due infermiere e di due giovani in grado di utilizzare il defibrillatore, senza tali condizioni sono convinta che non ce l’avrebbe fatta e sarebbe morta prima dell’arrivo dell’ambulanza. Sono contenta di questo lieto fine».

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