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Migranti, l’appello di Valente: “Uno sprar in ogni comune come dovere costituzionale”

Pubblicato in data: 3/5/2017 alle ore:10:56 • Categoria: AttualitàStampa Articolo

“Il nostro modo di gestire l’accoglienza dei migranti non è degna di un paese civile, quale siamo.Questo perché dopo quasi quattro anni dall’inizio dell’operazione di salvataggio dei migrante “Mare Nostrum” non si è organizzato un sistema d’accoglienza strutturale.

L’approccio emergenziale dell’accoglienza permane nonostante il tempo trascorso e le risorse impiegate.

La stragrande maggioranza degli accolti in Italia, sono ancora collocati nei cosiddetti centri di accoglienza straordinaria (Cas), spesso in condizioni igieniche precarie, sovraffollamento e con un vitto inadeguato, ma soprattutto senza gli strumenti formativi utili per aiutare i migranti stessi a costruire un loro futuro in Italia o in Europa. E’ gente abbandonata a se stessa.

E’ necessario invece, una decisa inversione di rotta, che punti tutto sulla messa a sistema di un’accoglienza capillare, con un’equa distribuzione territoriale, basato sulla sussidiarietà sociale, fatta dal basso per non lasciare l’esclusiva competenza nelle mani del governo centrale che sta dimostrando tutta la inadeguatezza del caso. 

Una rete di accoglienza e solidarietà chegarantisca la messa a punto di un vero e proprio sistema di integrazione a misura d’uomo.

Per fare questo è necessario andare al cuore delle difficoltà dell’attuale gestione dei richiedenti asilo sul territorio italiano.

Una possibile soluzione far diventare il sistema Sprar obbligatorio per tutti i Comuni superando la volontarietà dell’adesione del singolo ente:difatti secondo il combinato disposto, (come dicono gli esperti di diritto), degli art.117 e 118 della Costituzione le funzioni amministrative, anche secondo il principio di sussidiarietà (verticale), spettano ai Comuni, e fra queste rientra l’immigrazione.

D’altronde l’Italia ha costituzionalmente previsto una doverosa accoglienza dei richiedenti asilo. L’asilo è previsto nella nostra Costituzione, all’art.10, nei confronti delle persone a cui non sono garantiti le libertà democratiche, che sono esercitabili solo se sono garantiti i diritti alla sussistenza, e sono pregiudiziali rispetto alle stesse libertà democratiche.I soggetti istituzionali che devono garantire il diritto d’asilo sono naturalmente anche i comuni.

Lo Stato però, ha il dovere di destinare ai Comuni, in modo certo e proporzionale al numero degli ospitati, le risorse economiche che oggi sono utilizzate male dai gestori privati dell’accoglienza.

L’accoglienza dei richiedenti asilo deve diventare un servizio sociale specifico per ogni Comune o unione di piccoli Comuni, forte della collaborazione della rete di enti e associazioni di volontariato sul territorio.

Su questo bisogna insistere, perché la qualità dell’accoglienza è alta solo dove viene gestita bene e direttamente dalle istituzioni locali, non lasciata alla malagestione come sta avvenendo per la quasi totalità deicentri di accoglienza straordinaria”.

Modestino Valente – Comitato “Il diritto di avere diritti”

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