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Processo Clan Partenio, polemiche sulla mancata costituzione del Comune come parte civile. Il sindaco D’Alessio risponde alle accuse: “La legalità non si predica, si pratica”

Pubblicato in data: 7/11/2020 alle ore:18:55 • Categoria: AttualitàStampa Articolo
Risponde alle polemiche tramite una nota sui social il sindaco di Mercogliano, Vittorio D’Alessio. Da più parti nei giorni scorsi era stata criticata la decisione assunta dall’amministrazione che guida il comune alle falde del monte Partenio, unitamente al comune di Avellino, di non costituirsi parte civile nel processo al clan Partenio. Il nuovo rinvio dell’inizio del processo contro il Nuovo Clan Partenio (a causa della positività al Covid di due imputati e di un avvocato) consente ora alle due amministrazioni finite nella bufera di avere altre due settimane di tempo per ritornare sui propri passi e costituirsi parte civile.
Ma il primo cittadino con un duro messaggio chiarisce così: “La legalità non si predica, si pratica. Lo ripeto anche stavolta difronte all’ennesimo vespaio di polemiche, che trova pochi appigli nel diritto e prende, invece, vigore negli ambienti della spettacolarizzazione. Costituirsi parte civile in un processo vuol dire chiedere il risarcimento di un danno subìto e, dunque, da parte lesa, quantificarlo. Rispetto alle azioni criminose del clan partenio, il comune di Mercogliano, mi chiedo perché poi solo Mercogliano e Avellino dovrebbe, secondo gli esperti polemizzatori, quantizzare i danni subiti e non farlo sarebbe un grave segnale nei confronti dei cittadini? E come si quantizza un danno, che, ricordiamo, grava da decenni su tutta la provincia di Avellino e le zone limitrofe? C’è qualcuno, tra coloro che scrivono lettere ai giornali e che invocano la giustizia sui social, capace di spiegarmi perché costituirsi parte civile sarebbe la prova che Mercogliano è la città della legalità? Costituirsi parte civile sarebbe solo un’azione simbolica. Fa notizia, insomma. Non è pensabile, però, che qualcuno misuri la legalità della città di Mercogliano sulla scelta che sarà presa in merito alla posizione da assumere in questo processo. La partita contro la malavita si gioca, insieme, ma su altri campi, non sventolando la costituzione di parte civile! Bisogna andare oltre certi livori politici e oltre le polemiche da bar e rimboccarsi, invece, le maniche per contribuire a migliorare questa società. Chi ha montato la polemica, purtroppo, vive di palcoscenici. Io non sono fatto così, scanso le azioni vuote di contenuto, soprattutto quelle messe in piedi da chi, come il tempo ha dimostrato, ha prodotto tante chiacchiere e pochi fatti! Ogni giorno siamo impegnati a costruire una crescita economica e sociale concreta del nostro territorio, perché è in quelle falle che si annida la camorra. E’ dalla parte della concretezza delle azioni che abbiamo scelto di schierarci, anche questa volta”.
 
Il capo della minoranza Modestino Gesualdo si dice invece meravigliato e sbigottito per la mancata decisione di D’Alessio.

“Ci sembrava un gesto inutile, con il sindaco ci siamo confrontati, agiamo per la legalità quotidianamente con tante azioni” queste le parole invece del presidente del consiglio comunale di Mercogliano Barbara Evangelista.

Intanto continuano a piovere le critiche, le ultime arrivano da Rifondazione comunista: “Ricordiamo agli stimati primi cittadini che le città che guidano hanno subito e subiscono gravi ripercussioni a causa della ramificazione camorrista. Patiscono le donne e gli uomini onesti e perbene e soffrono le attività economiche, il tessuto sociale paga gravi conseguenze: la loro decisione non è assolutamente comprensibile. Noi non siamo sorpresi, tutt’altro, tuttavia non nascondiamo la nostra indignazione che vorremmo collettiva”, dichiara in merito Tony Della Pia.

 
 
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