“Fiera del Libro”, il filosofo Masullo al convegno di chiusura: “La libertà non si attende, decidiamo noi di essere liberi. La lettura nasce da stimoli sociali”
Pubblicato in data: 22/1/2012 alle ore:12:48 • Categoria: Attualità, Cultura • Stampa Articolo“Avellino ultima provincia d’Italia per libri acquistati“, se ne è discusso ieri pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Atripalda. In aula la voce pacata e autorevole del filosofo Aldo Masullo, l’ex Prefetto di Avellino Raffaele Sbrescia, il sindaco di Mercogliano Massimiliano Carullo con Lucia Sbrescia, consigliere comunale con delega all’Istruzione, e il primo cittadino di Atripalda, Aldo Laurenzano. «Se aspettiamo che la libertà arrivi da fuori, rimaniamo prigionieri di questa attesa tutta la vita e dimentichiamo essere liberi. Come lo si diventa? Decidendo di esserlo», ha spiegato in un passaggio Masullo, «Ci troviamo in una città, non in un paese. Città non vuol dire ammasso incredibile di edifici ma vuol dire comunità di cittadini, se si è veramente cittadini si costituisce la città, non conta il numero di persone ma il rapporto tra di esse». A moderare il dibattito, l’addetto stampa e giornalista Ciro De Pasquale che ha preso spunto per la discussione da un articolo pubblicato su Il Sole 24 ore in cui l’Irpinia è relegata all’ultimo posto per libri acquistati, «non dobbiamo guardare ai libri che si vendono che sono semplicemente quelli che le case editrici decidono di stampare, la cultura è un’altra cosa. Oggi quasi tutti scrivono, parecchi pubblicano, nessuno legge – ha commentato Masullo -. La lettura è una pratica che si acquisisce con iltempo attraverso stimoli sociali. Nelle zone interne come l’Irpinia un tempo gli stimoli erano pochissimi rispetto a grandi città come Torino o Parigi. Oggi, ad esempio, gli stimoli multimediali prevaricano quello della lettura». Poi il discorso è scivolato sull’uomo, sull’essere uomo, «Noi nasciamo come animaletti di genere umano sì, ma siamo molto simili ad animali, diventiamo uomini nel momento in cui ci relazioniamo ad uomini perché nostra madre ce lo insegna. Le Istituzioni sono relazioni tra uomini di buona volontà, se non fossero rivolte agli uomini sarebbero tirannie, per questo occorre rinnovarle quotidianamente per farle vivere. Noi diventiamo uomini giorno dopo giorno in un processo che non può essere interrotto se non dalla morte». Ma come le Istituzioni possono aiutare la cultura? «Sicuramente non regalando libri alle scuole, casomai stimolando gli alunni a fare di un libro una drammatizzazione teatrale. Il Teatro è la vita». Insomma per il filosofoavellinese le relazioni telematiche rappresentano un pericolo:«I giovani si scambiano continuamente messaggi virtuali, fanno anche l’amore per via informatica, manca solo che si alimentino anche per via informatica – ha commentato -.Sono i segni del degrado della realtà. Tutto cospira per farci perdere l’amore per la lettura, ma noi dobbiamo ribellarci perché per evitare che questa società diventi ammasso di pezzi di una grande macchina».
Vi consiglio con tutto il cuore di leggere questo libro del nostro prof a cui abbiamo partecipato attivamente anche noi studenti: “il banco sopra la cattedra” di luigi polito, edito da Altravista di Pavia. Ciao a tutti Paola